mandala virus

Dovevamo aspettarcelo, ma non ce lo aspettavamo. Dovevamo essere pronti, ma non lo eravamo. Ci ha invasi senza preallarmi, questo virus senza corona – perché lui è arrivato senza, la corona gliela abbiamo messa noi permettendogli di fermare il nostro tempo, le nostre emozioni, la nostra vita.
La quarantena è stata uguale per tutti. Isolata. Solitaria. Senza vie di uscita.
La mente si è dovuta prendere una pausa. I pensieri quotidiani, le ansie e le preoccupazioni sono diventati colori senza tela, valori senza materia. Un mandala virus. Da contemplare, arricchire, colorare, distruggere.

QUARANTENA

SYNAPSIS, le prime opere della collezione dalla mia QUARANTENA, sono testimoni del mio isolamento. Che è l’isolamento di tutti e da tutto.
Le SYNAPSIS, punti di contatto tra due cellule nervose, servono per propagare gli impulsi nervosi. Quando l’impulso arriva provoca l’emissione dei neurotrasmettitori, che si diffondono nello spazio esistente tra le due cellule e vengono raccolti dalla cellula successiva, nella quale provocano un’onda di depolarizzazione, vale a dire una variazione nella distribuzione delle cariche elettriche. In questo modo il segnale passa da una cellula all’altra.

La mia collezione è iniziata così. Mancava la materia. L’ho composta sulla prima tela, SYNAPSIS fluo. Una scultura perfetta, che doveva diventare il mio primo mandala virus, da polverizzare per depolarizzare. Per non perdere definitivamente la materia.
Lo spray è stato l’impulso. Ha fissato il primo contatto.
Eccolo, il mandala. Disfatto per contatto.

E via la seconda tela, SYNAPSIS primitiva. Undici mandala, impulso dopo impulso, giorno di quarantena dopo giorno di quarantena. I miei mandala sono diventati 40. Una collezione di 40 pezzi che raccontano una storia: il bisogno, la necessità di far passare segnali. Da una cellula all’altra. Da una tela all’altra. Da una persona all’altra.

UNIVERSALIBUS

Poi il lockdown è finito, almeno nella sua forma più dirompente.
Mentre lavoravamo a questa #pandemicGALLERY mi sono accorto che ormai era impossibile fermare il processo: i mandala diventano una necessità. Comporre, fissare con lo spray, scomporre. E ricomporre ancora. Ho ricominciato su nuovi supporti: i pannelli di cotone telato. Mi danno grandissime soddisfazioni, perché gli spray fluo escono benissimo, molto meglio di quanto non si veda in foto. UNIVERSALIBUS è la nuova collezione, in itinere. Ed ora scusatemi: vado a comporre e scomporre. A tempo di musica: con le parole che battezzano ogni nuovo mandala.


Trieste, 5 maggio 2020

atelier Mauro Martoriati